Qualche giorno fa, sfogliando il "Messaggero di Sant'Antonio", ho letto questa splendida testimonianza che è un vero è proprio inno alla vita. Mi sono quasi commossa nel leggere queste splendide parole, quindi ho deciso di farle conoscere anche ai lettori del nostro blog
«Ricevo ogni mese il “Messaggero di sant’Antonio”. Sono di Roma,
ma molte volte ho preso il treno per venire a trovare il Santo. Mi
piacerebbe che leggeste la mia testimonianza e spero che la mia storia
sia d’esempio per molte persone».
M.S. è nata da un grande amore, ma nessun amore, per quanto grande, è sicuro. E si resta sole, come qualunque altra donna che abbia concepito il proprio figlio in una sera in discoteca, o in un’avventura senza importanza, o con un uomo di cui non ricorda neanche il nome. Non buttate i vostri bambini per chi non c’è più, non buttateli in cambio dell’amore o delle promesse di un uomo. Non buttateli per i divertimenti, le feste, l’università, la libertà o per la prospettiva di una vita migliore. Non buttate questo dono per il mondo, la gente, le chiacchiere, la vergogna, la paura di rovinarvi il corpo, la paura della solitudine. Un figlio vale più di tutto questo, vale anche più di noi stessi.
È vero, all’inizio ci saranno genitori sconvolti, arrabbiati, delusi, amici che rideranno, vicini che spettegoleranno, persone che vi isoleranno come lebbrose. Ma avrete il vostro bambino: non sarete mai più sole e questo, credetemi, basta. Basta una tuta vecchia con un cuore che vi scoppia di gioia nel petto mentre guardate il vostro bambino spegnere le candeline, piuttosto che avere venti paia di scarpe, una bella macchina e tanti vestiti, ma non riuscire a trattenere le lacrime al pensiero che il vostro bambino quelle candeline non le spegnerà mai. L’aborto devasta per sempre e devasta te, non i tuoi amici, il tuo ragazzo o i tuoi genitori. E invece il miracolo è questo: un sorriso bellissimo, due manine grassocce e un amore indescrivibile.
Ho avuto tanto affetto, tante mani tese ad aiutarmi, incoraggiarmi, darmi forza, persone impensabili che magari prima neanche mi salutavano e dopo facevano a gara per offrirmi il loro aiuto. Questo fanno i bambini: trasformano ciò che è buio in una luce bellissima e diventano i figli e i nipoti di tutti, professori compresi. Restano i cuori duri, ma quelli non fanno storia. Certo, adesso nella mia borsa, insieme con il cellulare e i trucchi, ci sono pannolini, biberon, salviettine e ciucci, ma (M.S. e io) siamo belle lo stesso, anzi siamo belle due volte. Le notti sono ancora abbastanza movimentate: latte, pagine da studiare, compiti da finire, tanta stanchezza, ma anche tanti sorrisi. A volte lei si sveglia impaurita, allunga la manina a cercare i miei capelli o le mie guance e mi guarda come a dire “Mamma dove sei?”. E io la guardo e le dico: “Amore, mamma è qui”. Lei mi sorride, chiude gli occhi e dorme. Sono qui, questo è il mio posto, accanto a te, abbracciata a te. Madre Teresa di Calcutta diceva: “Le difficoltà della vita non si risolvono eliminando la vita, ma superando insieme tutte le difficoltà”. È vero. Non buttate i vostri bambini».