a cura di Antonio De Luca (Anioti)
e Roberta Vallotta (Roti)


giovedì 9 gennaio 2014

La Vergine della Rivelazione

Apparizione alla grotta delle Tre Fontane

Roma, Via Laurentina, 
12 Aprile 1947: è un pomeriggio primaverile di sabato in Albis.


Bruno Cornacchiola, un tranviere romano di 34 anni, protestante, all’ombra di un eucalipto prende appunti per la conferenza che dovrà tenere il giorno dopo.  
L’uomo, durante la sua permanenza in Spagna, dov’era andato volontario per combattere (guerra civile 1936-37), convinto dalla propaganda di un tedesco protestante, entra nella Chiesa Avventista e diviene un accanito nemico della Chiesa Cattolica, della Vergine Maria e del Papa.

Mentre i suoi tre figli giocano a palla, Cornacchiola, cerca nella Bibbia dei protestanti, argomenti a sostegno del suo discorso denigratorio contro la Madre di Gesù. Ma improvvisamente i bambini, avendo perduto la palla, richiedono l’intervento del padre che sospende le sue annotazioni, posa il taccuino con gli appunti per terra, sotto l’eucalipto, e corre in aiuto dei figli. Il taccuino rimarrà per terra, non ne avrà più bisogno. La conferenza non la terrà più.  La Vergine, di lì a poco, in una fetida e malfamata grotta (quel luogo era stato testimone di efferati delitti durante la guerra e successivamente usato come luogo di prostituzione), lo convertirà e lo trasformerà in un suo fedele servitore, in un prezioso strumento di evangelizzazione. 


Sono circa le 15,30. Bruno, preoccupato, non trova più i suoi figli; entrando in una grotta li vede, li chiama ma essi non rispondono, sono inginocchiati e neanche si muovono, sono diventati rigidi come pietra. E’ preso dalla disperazione, non capisce cosa sta succedendo, a questo punto sente un intenso profumo di fiori e vede sopra a un masso di tufo la “Bella Signora“; proprio lui che fino a quel momento l’aveva osteggiata. 
 
La Vergine indossa un lungo e splendido abito bianco, trattenuto in vita da una fascia rosa, ha sui capelli neri un manto verde che le scende fino ai piedi nudi e rivolge al suo persecutore queste parole: “Sono colei che sono nella Trinità Divina. Sono la Vergine della Rivelazione. Tu mi perseguiti. Ora basta! Entra nell’ovile santo, corte celeste in Terra. Ubbidisci all’autorità del Papa”. La Madre di Dio, le cui mani stringono al petto il libro della “Rivelazione“ (la Bibbia), parla a lungo in quel pomeriggio d’Aprile. Fra l’altro, dopo avergli parlato della sua Assunzione al Cielo (“Il mio corpo non poteva marcire e non marcì”), indica al veggente in quale modo, in seguito, riconoscerà i due sacerdoti che lo dovranno aiutare a riconciliarsi con Dio e con il Papa, che voleva uccidere con un pugnale. La Vergine insiste molto sulla preghiera, specialmente sul Rosario per i peccatori, gli increduli e per l’unità dei cristiani. Dice che ogni Ave Maria recitata con fede è una freccia d’oro che giunge al cuore di Gesù.
Ecco una delle promesse della Madonna: “Con questa terra di peccato opererò potenti miracoli per la conversione degli increduli”.


Come l’acqua della piscina di Lourdes, la terra della Grotta delle Tre Fontane, santificata dalla presenza di Maria, opererà prodigi. Nel 1955 le Tre Fontane vengono affidate ai frati Minori Conventuali, ma solo  nel 1984 ottengono il permesso di celebrare una Messa al giorno nella grotta delle apparizioni oltre a quelle festive. Il culto alla Vergine della Rivelazione si estende anche all’estero.



foto by Anioti e Roti

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